A cura di Davide Gatti
U.O.C. Reumatologia – Università di Verona
La vitamina D non è un toccasana che può risolvere tutto! Essa è un micronutriente indispensabile nei soggetti carenti (o a rischio di diventarlo).
Chi ha un deficit di vitamina D si frattura di più e se sta assumendo farmaci antifratturativi ne perda gran parte dell’azione protettiva. Questo è il motivo per cui le recenti Linee Guida Italiane sottolineano come nelle due predette situazioni si debba raggiungere i 30 ng/ml sierici.
Nella popolazione generale è invece sufficiente superare la soglia dei 20 ng/ml. Tutti i laboratori dovrebbero aggiornare rapidamente i loro range di normalità a queste semplici raccomandazioni per evitare inutile confusione. Il colecalciferolo rimane il supplemento di prima scelta! Può essere somministrato con schemi quotidiani o ciclici.
Vanno evitati boli superiori alle 100.000 UI tenendo conto che a parità di dose cumulativa somministrata lo schema quotidiano è quello più efficiente.
Bibliografia
- Degli Esposti L, Girardi A, Saragoni S, et al. Use of antiosteoporotic drugs and calcium/vitamin D in patients with fragility fractures: impact on re-fracture and mortality risk. Endocrine. 2018;64(2): 367–377
- Bertoldo F, Cianferotti L, Di Monaco M, et al. Assessment, and Management of Vitamin D Inadequacy: Suggestions, Recommendations, and Warnings from the Italian Society for Osteoporosis, Mineral Metabolism and Bone Diseases (SIOMMMS). Nutrients. 2022 Oct 6;14(19):414
- Fassio A, Gatti D, Rossini M et al. Pharmacodynamics of Oral Cholecalciferol in Healthy Individuals with Vitamin D Deficiency: A Randomized Open-Label Study. Nutrients. 2021 Jul 2;13(7):2293
CONSIDERO LA VALUTAZIONE DEL FEED BACK PTH- CALCIO-VITAMINA D MOLTO IMPORTANTE, PER CUI IL VALORE DI 30 ng/ml di VITAMINA D HA UN SIGNIFICATO DIVERSO A SECONDA CHE IL VALORE DI PTH SIA DI 15 O 150 pg/ml., CONSIDERANDO NORMALE IL VALORE DELLA CALCEMIA. A QUESTO PUNTO SONO CONVINTO CHE è ASSOLUTAMENTE SBAGLIATO DARE DEI CONFINI DI NORMALITA’ DEL VALORE DELLA VITAMINA D, MA OCCORRE CONSIDERARE UNA GAMMA DI VALORI DA OTTENERE IN BASE ALLE CONDIZIONI CLINICHE DI LABORATORIO ED ALL’ETA’ DEL PAZIENTE. SOTTOVALUTARE UN IPERPARATIROIDISMO SECONDARIO CONSIDERANDO NORMALE IL VALORE DI VITAMINA D, NON IL MASSIMO PER IL BENESSERE METABOLICO ED OSTEO MUSCOLARE DEL PAZIENTE
Iperparatiroidismo secondario va valutato in rapporto ai valori del pth , la vit. D non può essere un indice valido.l uso di boli superiori alle 100000unita e ‘ da valutare in rapporto ala clinica ed alla compliance del paziente.
Inutile dire che basta il sole senza specificare se anziano, a quale latitudine vive, quante ore di insolazione e quanta superficie corporea esposta.
In realtà negli anziani si riduce notevolmente la capacità di sintesi cutanea della vitamina D e quindi sempre meglio integrare.
Dovrebbe essere considerato anche nei referti come range di riferimento la stagione :
un valore di 30 ng a settembre , verrebbe considerato normale ,ma nei mesi invernale diviene spesso insufficiente
Concordo
Fissare un “valore normale” per la vit D è un errore concettuale: il fabbisogno viene regolato con un meccanismo “feed-back” che implica per la sua concentrazione plasmatica un’ azione multiorgano (fegato, cute, rene, paratiroidi, osso, ecc) nonché i valori di calcio ionizzato. Quindi se si eccettuano patologie ove questa azione multiorgano è compromessa (es. insufficienza renale, epatopatie, ecc.) ove sono stati stabiliti valori da raggiungere di Colecalciferolo, supplementando con Vit D un soggetto sano si va ad interferire con una catena metabolica di cui molti meccanismi non sono noti. Non esistono sufficienti studi che valutano gli effetti negativi di un “over-dose” di Vit D.